Governo provvisorio di Perugia (1859)

ContestoCronologiaDocumentiBibliografia
Il 27 aprile 1859 Cavour, dopo mesi di intensa e studiata attività diplomatica, riuscì a farsi dichiarare guerra dall’Austria dando così il via alla seconda guerra d’indipendenza. Sulla base di quanto stabilito dapprima a Plombières (21 luglio 1858) e suggellato poi nell’alleanza stretta nel gennaio 1859 con Napoleone III, la Francia sarebbe dovuta intervenire a fianco del Piemonte in caso di aggressione austriaca, ricevendo in cambio Nizza e la Savoia, mentre, nell’eventualità di una vittoria, il Piemonte avrebbe ottenuto il Lombardo veneto. A seguito della dichiarazione di guerra si sollevarono anche gli altri Stati italiani ad opera dei patrioti mobilitati dalla Società Nazionale. La prima ad insorgere fu la Toscana che, il giorno dopo la dichiarazione di guerra, rovesciò, senza dar luogo a violenze, il Granduca Leopoldo. La presenza degli austriaci impediva invece alle città della Romagna, delle Marche e dell’Umbria di seguire l’esempio di Firenze. Il 12 giugno a seguito della partenza delle truppe austriache insorse anche Bologna, mentre Perugia si ribellò due giorni dopo, costituendosi in Governo provvisorio.

L’insurrezione perugina del 1859, culminata nelle cosiddette “stragi del 20 giugno”, ha sancito l’inizio dell’ultima fase del processo risorgimentale in Umbria. Il movimento, che di fatto non riuscì a coinvolgere i principali centri della regione, rimasti sostanzialmente estranei o comunque poco sensibili all’appello di aderire «al nuovo ordine di cose» lanciato dal Governo provvisorio di Perugia, costituì una chiara dimostrazione della volontà di partecipare alla causa unitaria nazionale, pagata però dalla città a caro prezzo. Il 20 giugno un esercito composto da circa 2000 mercenari, alla guida del colonnello Anton Maria Schmid, irruppe in città, lasciando una scia di saccheggi, morte e distruzione. I capi della sommossa e membri del Governo provvisorio Francesco Guardabassi, Nicola Danzetta, Zeffirino Faina-Baldini, Tiberio Berardi, Carlo Bruschi, Antonio Cesarei e Filippo Tantini si resero tutti contumaci e vennero condannati a morte per il reato di lesa maestà. Il fatto conobbe una vasta eco internazionale e sancì il momentaneo ritorno del dominio pontificio sulla città.

Aggiornato il: 29/06/2014
Download PDF

Stragi di Perugia (1859)

“Gli Svizzeri al crocevia” di Napoleone Verga. Museo dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” (Perugia)

1 oggetto(i)
Decreto del Governo provvisorio in materia di pubblica amministrazione
Ente di conservazione: Biblioteca Augusta di Perugia
Segnatura: Archivio RIS, b. 2, c. 3 bis
Data: 14 giugno 1859
Contenuto documento
Decreto con il quale il Governo provvisorio provvede ai rami più urgenti della pubblica amministrazione
Bibliografia: B. Raschi, Movimento politico della città di Perugia dal 1846 al 1860. Cioè dalla esaltazione di Pio IX all’annessione al Regno di Vittorio Emanuele II, Foligno, Tip. Già Cooperativa, 1904, p. 200
2 oggetto(i) « di 2 »
Telegramma del Governo provvisorio di Perugia diretto a Cavour
Ente di conservazione: Biblioteca Augusta di Perugia
Segnatura: Archivio RIS, b. 2, c. 39 e c. 256r
Data: 14 giugno 1859
Contenuto documento
Copia del telegramma diretto a Cavour per annunciargli la costituzione del Governo provvisorio e l’intendimento di offrire la dittatura al Re Vittorio Emanuele

Al Ministro degli Affari esteri – Torino
Perugia si è pronunciata con pacifica dimostrazione. Il Preside parte con la truppa verso Spoleto. Si forma un governo provvisorio. Si offre la dittatura al Re Vittorio Emanuele. Se verrà accettata, una deputazione si recherà al Campo. Si attende replica
Danzetta – Guardabassi – Faina
Accettato a ore 12.20 del 14 Giugno 1859

1 oggetto(i)
Dispaccio telegrafico del Governo provvisorio diretto a Filippo Antonio Gualterio
Ente di conservazione: Biblioteca Augusta di Perugia
Segnatura: Archivio RIS, b. 2, c. 256r
Data: 14 giugno 1859
Contenuto documento
Il telegramma annuncia la costituzione del Governo provvisorio e l’intendimento di offrire la dittatura al re Vittorio Emanuele. Si chiede infine l’invio di una compagnia da Firenze
1 oggetto(i)
Proclama dei membri del Governo provvisorio rivolto ai perugini
Ente di conservazione: Biblioteca Augusta di Perugia
Segnatura: Archivio RIS, b. 2, c. 58r
Data: 14 giugno 1859
Contenuto documento
Proclama rivolto ai cittadini di Perugia da Francesco Guardabassi, Nicola Danzetta, Zeffirino Faina-Baldini e Tiberio Berardi per annunciare la costituzione del Governo provvisorio
Bibliografia: B. Raschi, Movimento politico della città di Perugia dal 1846 al 1860. Cioè dalla esaltazione di Pio IX all’annessione al Regno di Vittorio Emanuele II, Foligno, Tip. Già Cooperativa, 1904, pp. 201202
1 oggetto(i)
Circolare del Governo provvisorio di Perugia ai comuni della provincia
Ente di conservazione: Biblioteca Augusta di Perugia
Segnatura: Archivio RIS, b. 2, c. 59
Data: 14 giugno 1859
Contenuto documento
Circolare del Governo provvisorio di Perugia ai comuni della provincia per invitarli ad aderire “al nuovo ordine di cose”
Bibliografia: B. Raschi, Movimento politico della città di Perugia dal 1846 al 1860. Cioè dalla esaltazione di Pio IX all’annessione al Regno di Vittorio Emanuele II, Foligno, Tip. Già Cooperativa, 1904, p. 202Nota: presso la sezione di Archivio di Stato di Foligno è conservata copia della circolare con le firme dei componenti del Governo provvisorio Guardabassi, Danzetta, Faina-Baldini e Berardi (segnatura: Comune di Foligno, Archivio moderno I, carteggio amministrativo, b. 815, fasc. I, tit. I, art. VII)
2 oggetto(i) « di 2 »
Dispaccio telegrafico della giunta provvisoria di Bologna al Governo provvisorio di Perugia
Ente di conservazione: Biblioteca Augusta di Perugia
Segnatura: Archivio RIS, b. 2, cc. 68 e 269r (con alcune varianti)
Data: 14 giugno 1859
Contenuto documento
Dispaccio telegrafico nel quale la giunta provvisoria di Bologna esprime le proprie felicitazioni per l’insurrezione di Perugia e dà notizia della partenza dei tedeschi da Ancona

Accettato in Bologna li 14 Giugno 1859 alle ore 11 min. 40 pomerid.
Arrivato in Perugia li 15 Giugno 1859 alle ore 1 min. 10 antimerid.

Giunta provisoria (sic) di Perugia

La Giunta provisoria (sic) di Bologna si rallegra colla Giunta provisoria (sic) di Perugia e fa voti di felicitazioni. In Romagna hanno fatto adesione a Bologna Ravenna Faenza Imola Lago Bagnacavallo ed altre città e paesi secondari. I Tedeschi partiti da Ancona sono a Rimini, tengono la via del Littorale dirigendosi a marcia precipitosa verso il basso Po! Si dubbita (sic) che giungono in tempo alla ritirata. Desideriamo di quanto in quanto qualche notizia.
La Giunta provisoria (sic) di Governo
Antonio Montanari, G. Pepoli, G. Malvezza (sic), L. Tanara, C. Casarini

Nota: la sezione di Archivio di Stato di Foligno conserva una copia a stampa del dispaccio (segnatura: Coumune di Foligno, Archivio moderno I, carteggio amministrativo, b. 815, fasc. I, tit. I, art. VII)
1 oggetto(i)
Notizie ufficiali telegrafiche da Perugia e Torino
Ente di conservazione: Archivio di Stato di Perugia sezione di Foligno
Segnatura: Comune di Foligno, Archivio moderno I, carteggio amministrativo, b. 815, fasc. I, tit. I, art. VII
Data: 14-15 giugno 1859
Contenuto documento
Il documento raccoglie tre dispacci telegrafici a stampa. I primi due informano sulla costituzione del Governo provvisorio ed offrono la dittatura al re Vittorio Emanuele, nel terzo il Cavour chiede al Governo provvisorio di prepararsi a “mandare una deputazione al Re”

NOTIZIE OFFICIALI TELEGRAFICHE

Al Ministro degli Affari esteri – Torino
Perugia 14. Giugno Ore 12 meridiane
Perugia si è pronunciata con pacifica dimostrazione. Il Preside parte con la truppa verso Spoleto. Si forma un governo provvisorio. Si offre la dittatura al Re Vittorio Emanuele. Se verrà accettata, una deputazione si recherà al Campo. Si attende replica
Danzetta – Guardabassi – Faina

Al Ministro degli Affari Esteri – Torino
Perugia 14. Giugno Ore 9 meridiane
A Perugia Il Governo Provvisorio è costituito — Guardabassi — Danzetta — Faina — Berardi — Interprete del voto del paese conferma l’offerta al Re VITTORIO EMANUELE della Dittatura, e spera l’accettazione. Città tranquilla e in festa.
Il Governo Provvisorio

Torino 15. Giugno 1859. Ore 8.30 antemeridiane
AL GOVERNO PROVVISORIO DI PERUGIA
Si preparino di mandare una deputazione al Re cui ho trasmesso al quartiere generale il loro dispaccio.
C. Cavour
VIVA VITTORIO EMANUELE

Nota: copia manoscritta dei telegrammi è conservata presso la Biblioteca comunale Augusta di Perugia con segnatura: Archivio RIS, b. 2, cc. 39r e 256r(primo dispaccio), 257r (secondo dispaccio), 269v (terzo dispaccio)
2 oggetto(i) « di 2 »
Lettera del governo di Fratta al Governo provvisorio di Perugia
Ente di conservazione: Biblioteca Augusta di Perugia
Segnatura: Archivio RIS, b. 2, c. 92r-v
Data: 15 giugno 1859
Contenuto documento
Il governo di Fratta dichiara al Governo provvisorio di Perugia di far piena adesione “al nuovo ordine di cose” e trasmette il verbale dell’adunanza della magistratura, dalla quale risulta l’adesione stessa
Bibliografia: B. Raschi, Movimento politico della città di Perugia dal 1846 al 1860. Cioè dalla esaltazione di Pio IX all’annessione al Regno di Vittorio Emanuele II, Foligno, Tip. Già Cooperativa, 1904, pp. 206-207
1 oggetto(i)
Risposta della magistratura di Marsciano alla circolare del 14 giugno 1859 del Governo provvisorio di Perugia
Ente di conservazione: Biblioteca Augusta di Perugia
Segnatura: Archivio RIS, b. 2, c. 96r
Data: 15 giugno 1859
Contenuto documento
Lettera con la quale la Magistratura del comune di Marsciano dichiara di sottoporsi provvisoriamente agli ordini ricevuti dal Governo provvisorio di Perugia e di dare pubblicità mediante affissione al proclama e ai decreti pubblicati dallo stesso Governo in data 14 giugno 1859
Bibliografia: B. Raschi, Movimento politico della città di Perugia dal 1846 al 1860. Cioè dalla esaltazione di Pio IX all’annessione al Regno di Vittorio Emanuele II, Foligno, Tip. Già Cooperativa, 1904, p. 208
2 oggetto(i) « di 2 »
Lettera del Municipio di Città della Pieve al Governo provvisorio di Perugia
Ente di conservazione: Biblioteca Augusta di Perugia
Segnatura: Archivio RIS, b. 2, c. 127r-v
Data: 16 giugno 1859
Contenuto documento
Lettera di adesione del Municipio di Città della Pieve al Governo provvisorio di Perugia anche in omaggio alla generale esultanza manifestatasi in quella città per la cessazione del governo pontificio
Bibliografia: B. Raschi, Movimento politico della città di Perugia dal 1846 al 1860. Cioè dalla esaltazione di Pio IX all’annessione al Regno di Vittorio Emanuele II, Foligno, Tip. Già Cooperativa, 1904, pp. 211212
1 oggetto(i)
Lettera del comune di Tuoro al Governo provvisorio di Perugia
Ente di conservazione: Biblioteca Augusta di Perugia
Segnatura: Archivio RIS, b. 2, c. 129r
Data: 16 giugno 1859
Contenuto documento
Lettera con la quale il comune di Tuoro dichiara di aderire al “nuovo ordine di cose”
Bibliografia: B. Raschi, Movimento politico della città di Perugia dal 1846 al 1860. Cioè dalla esaltazione di Pio IX all’annessione al Regno di Vittorio Emanuele II, Foligno, Tip. Già Cooperativa, 1904, p. 212
2 oggetto(i) « di 2 »
Lettera del comune di Piegaro al Governo provvisorio di Perugia
Ente di conservazione: Biblioteca Augusta di Perugia
Segnatura: Archivio RIS, b. 2, c. 131r-v
Data: 16 giugno 1859
Contenuto documento
Lettera di adesione del comune di Piegaro al Governo provvisorio di Perugia. Sono descritte le manifestazioni di gioia degli abitanti dello stesso comune
Bibliografia: B. Raschi, Movimento politico della città di Perugia dal 1846 al 1860. Cioè dalla esaltazione di Pio IX all’annessione al Regno di Vittorio Emanuele II, Foligno, Tip. Già Cooperativa, 1904, pp. 212-213
2 oggetto(i) « di 2 »
Verbale di adesione del comune di Citerna al Governo provvisorio di Perugia
Ente di conservazione: Biblioteca Augusta di Perugia
Segnatura: Archivio RIS, b. 2, c. 150r-v
Data: 17 giugno 1859
Contenuto documento
Verbale dell’adunanza nel quale la Magistratura di Citerna fa piena ed unanime adesione al Governo provvisorio di Perugia
Bibliografia: B. Raschi, Movimento politico della città di Perugia dal 1846 al 1860. Cioè dalla esaltazione di Pio IX all’annessione al Regno di Vittorio Emanuele II, Foligno, Tip. Già Cooperativa, 1904, p. 215
2 oggetto(i) « di 2 »
Proclama della Magistratura di Citerna ai citernesi
Ente di conservazione: Biblioteca Augusta di Perugia
Segnatura: Archivio RIS, b. 2, c. 152r-v
Data: 17 giugno 1859
Contenuto documento
Proclama con il quale la Magistratura di Citerna annuncia ai citernesi la sua adesione al Governo provvisorio di Perugia che “ha seguito il magnanimo esempio de’ Bolognesi e volle apertamente concorrere alla gran causa d’Italia”

Citernesi!
La sublime impresa del riscatto d’Italia ha scosso quanti son generosi nella terra dei forti. Lo slancio dei popoli di Romagna ha trovato un eco sublime nella nostra Provincia: Perugia ha seguito il magnanimo esempio de’ Bolognesi e volle apertamente concorrere alla gran causa d’Italia. La Rappresentanza che ne reggeva a nome della Corte di Roma abbandonò la Provincia a se stessa. Perugia si ha creato un Governo Provvisorio.
Citernesi! Nell’unione e fortezza: il nostro Municipio presta adesione al Governo Provvisorio di Perugia ed è lieto di farsi in tal guisa interprete dei vostri sensi presso i vicini. Questi sensi noi lo comprendiamo sono gli stessi che animarono Bologna e Perugia, sono brama ardente di fare quanto è in noi per la liberazione d’Italia, sono ammirazione pei forti difensori della Patria nostra Vittorio Emanuele e Napoleone III.
Noi con tutta prontezza faremo noto al Governo Provvisorio la nostra adesione, e mentre ne staremo attendendo gli ordini, siamo certi che la tranquillità pubblica sarà innalterata (sic).
Un popolo che va incontro a gloriosi destini, un popolo che deve far parte di grande civile e generosa nazione, non ha duopo di raccomandazioni per osservare il più nobile contegno, l’ordine più rigoroso.
Dato dalla Residenza Municipale di Citerna li 17 Giugno 1859

La Magistratura:
Luigi Bartolomei
Giovanni Gagliardi
Giuseppe Bistoni
Giuseppe Pezzoli

1 oggetto(i)
Lettera del comune di Citerna al Governo provvisorio di Perugia
Ente di conservazione: Biblioteca Augusta di Perugia
Segnatura: Archivio RIS, b. 2, c. 154r
Data: 17 giugno 1859
Contenuto documento
Lettera con la quale la magistratura di Citerna partecipa alla Giunta di Governo provvisorio di Perugia l’adesione stessa e le trasmette il proclama e il verbale, da cui risulta l’adesione
Bibliografia: B. Raschi, Movimento politico della città di Perugia dal 1846 al 1860. Cioè dalla esaltazione di Pio IX all’annessione al Regno di Vittorio Emanuele II, Foligno, Tip. Già Cooperativa, 1904, p. 216
1 oggetto(i)
Lettera del Municipio di Foligno al Governo provvisorio di Perugia
Ente di conservazione: Biblioteca Augusta di Perugia
Segnatura: Archivio RIS, b. 2, c. 161r
Data: 17 giugno 1859
Contenuto documento
Lettera del Municipio di Foligno in risposta alla circolare del 14 giugno 1859 del Governo provvisorio di Perugia, nella quale si dichiara che la città si conserva “nel pieno ossequio alla sovranità del S. Padre”

Delegazione di Perugia
Municipio di Foligno
Illmi [Illustrissimi] Siggri
Questa Magistratura da me interpellata sull’oggetto del loro officio in stampa Num. 4 del 14 corrente dichiara alle SS. Loro Illme [Illustrissime] come questa Città si confessi nel pieno ossequio alla sovranità del S. Padre.
Tanto mi credo in dovere significarli mentre con distinta stima mi raffermo.
Delle SS. Loro Illme [Illustrissime] Fuligno 17 giugno 1859
Devmo [Devotissimo] Obbmo [Obbedientissimo] Servitore
Benedetto Berardi Gonfaloniere

Agli Illmi [Illustrissimi] Sigg. Componenti Il Governo Provvisorio di Perugia

Bibliografia: B. Raschi, Movimento politico della città di Perugia dal 1846 al 1860. Cioè dalla esaltazione di Pio IX all’annessione al Regno di Vittorio Emanuele II, Foligno, Tip. Già Cooperativa, 1904, p. 216

Nota: la minuta della lettera è conservata presso la sezione di Archivio di Stato di Foligno con la seguente segnatura Comune di Foligno, Archivio moderno I, carteggio amministrativo, b. 815, fasc. I, tit. I, art. VII

1 oggetto(i)
Telegramma a Cavour
Ente di conservazione: Biblioteca Augusta di Perugia
Segnatura: Archivio RIS, b. 2, c.197r
Data: 18 giugno 1859
Contenuto documento
Telegramma del Governo provvisorio di Perugia a Torino nel quale si comunica dell’avanzamento delle truppe papali e si chiede che “parte del deposito di Arezzo” sia inviato verso Perugia

18 giugno ore 8.20 pom.
Truppe papali presso Foligno. Perugia prepara resistenza. Sarebbe utilissimo che parte del deposito di Arezzo senza varcare confine Toscana si movesse verso Perugia. Truppe papali potrebbero esseri qui dopo domani mattina. Accettazione del Re varrebbe vittoria

2 oggetto(i) « di 2 »
Lettera del governo provvisorio di Perugia al cardinale vescovo Gioacchino Pecci
Ente di conservazione: Biblioteca Augusta di Perugia
Segnatura: Archivio RIS, b. 2, c. 240r-v
Data: 19 giugno 1859
Contenuto documento
Si trasmette al cardinale vescovo Pecci il decreto del Governo provvisorio che istituisce un comitato militare e gli si partecipa che il governo stesso ha ordinato la difesa della città per cui si renderà necessaria l’occupazione di alcuni conventi, fatta eccezione per quelli delle monache a meno che non risulti strettamente necessario. Si prega pertanto Sua Eminenza di ordinare ai religiosi di non opporre resistenza onde evitare di ricorrere alla forza. Il Governo provvisorio garantisce infine l’incolumità della persona di Sua Eminenza e degli altri membri del clero
Bibliografia: R. De Cesare, Il conclave di Leone XIII con aggiunte e nuovi documenti e futuro conclave, 3. ed., Città di Castello, Lapi tipografo editore, 1888, p. 329
1 oggetto(i)
Risposta del cardinale Pecci ai componenti la giunta governativa provvisoria di Perugia
Ente di conservazione: Biblioteca Augusta di Perugia
Segnatura: Archivio RIS, b. 2, c. 242r
Data: 19 giugno 1859
Contenuto documento
Risposta del cardinal Pecci alla lettera precedente. Il cardinale invita i componenti il Governo provvisorio a considerare le conseguenze che possono derivare a Perugia e all’intera popolazione dalla decretata difesa militare. Sua Eminenza fa appello all’umanità e all’attaccamento alla patria dei componenti il Governo, rivolgendo loro vive preghiere perché “sia allontanato ogni pericolo di recare in mezzo a noi spettacoli di terrore e di sangue”. Per l’occupazione di case religiose Pecci chiede di essere risparmiato “dal far parti che ripugnino alle [sue] convinzioni e doveri”. Ringrazia infine per le guarentigie offerte dal Governo provvisorio
Bibliografia: R. De Cesare, Il conclave di Leone XIII con aggiunte e nuovi documenti e futuro conclave, 3. ed., Città di Castello, Lapi tipografo editore, 1888, p. 330
2 oggetto(i) « di 2 »
Lettera del Governo provvisorio al cardinale Pecci in risposta alla precedente
Ente di conservazione: Biblioteca Augusta di Perugia
Segnatura: Archivio RIS, b. 2, cc. 242v- 243r
Data: 19 giugno 1859
Contenuto documento
Si risponde al cardinale Pecci che “se la minaccia di assalire sorgesse dalla Città, il Governo provvisorio ascolterebbe commosso la voce del Pastore che s’innalza per gridar pace nel mezzo de’ combattimenti e ne farebbe tesoro. Ma la città è tranquilla; essa non insulta, non minaccia”, questo perché l’insurrezione di Perugia ha rappresentato una chiara manifestazione del desiderio d’indipendenza nazionale che il governo pontificio non è stato in grado di soddisfare. Il Governo provvisorio ringrazia il cardinale per le sue preghiere e spera che Dio “illuminar voglia chiunque fosse cagione che il sangue cittadino venga versato”. Il Governo provvisorio rinnova infine l’assicurazione di guarentigie alla persone del clero regolare e secolare, mentre per quanto riguarda quelle per l’intera popolazione manifesta la certezza “che non dalle armi de’ cittadini può mai questa tenere offesa qualsiasi”
Bibliografia: R. De Cesare, Il conclave di Leone XIII con aggiunte e nuovi documenti e futuro conclave, 3. ed., Città di Castello, Lapi tipografo editore, 1888, pp. 331332
4 oggetto(i) « di 4 »
Lettera del magistrato a Monsignor Giordani, delegato pontificio a Foligno
Ente di conservazione: Biblioteca Augusta di Perugia
Segnatura: Archivio RIS, b. 2, cc. 246r-247v
Data: 19 giugno 1859
Contenuto documento
Copia di lettera indirizzata dalla Magistratura del municipio di Perugia a mons. Giordani. Nella lettera si rende noto che “la Magistratura non ha preso alcuna parte alla cosa pubblica all’istante del movimento che […] quivi accadde in Perugia il 14 stante [giugno]”. Inoltre si fa presente che “le notizie diffuse tra la popolazione delle misure da V.E. comunicate sul richiamo degl’impiegati amministrativi e giudiziarii in Fuligno, la intimata chiusura e trasporto degli officii i più importanti per le private transazioni ha cagionato vivissima irritazione in tutte quante le classi, non escluse le persone più distinte e savie”. Alla notizia di una possibile spedizione armata contro Perugia, la magistratura si rivolge infine a Sua Eminenza mons. Giordani al fine di scongiurare “con tutta la forza dell’animo e con le più instanti e vive preghiere a voler degnarsi di assicurare quanto prima è possibile la Magistratura istessa che non avrà luogo la spedizione armata, la cui notizia ha posto il paese in sì grave e non contenibile fermento”

Municipio di Perugia
Perugia 19 Giugno 1859

Eccellenza Revd.ma
è noto all’E.V.R. che la sottoscritta Magistratura di Perugia non ha preso alcuna parte alla cosa pubblica all’istante del movimento che, similmente agli operati in altre Città dello Stato, quivi accadde il 14 stante. Non poteva né dovea abbandonare il suo posto per la intera amministrazione municipale, e questa sola ha proseguito finora a vegliare, veggendo che la pubblica e privata tranquillità e sicurezza non erano compromesse.
Ma non può la Magistratura stessa celare all’E.V.R., che le notizie diffuse tra la popolazione delle misure da V.E. comunicate sul richiamo degl’impiegati amministrativi e giudiziarii in Fuligno, la intimata chiusura e trasporto degli officii i più importanti per le private transazioni ha cagionato vivissima irritazione in tutte quante le classi, non escluse le persone più distinte e savie. Perocché tali apportano alla città danni gravissimi e tali che da non potersi enumerare. Inoltre quella gentilezza di sentire che decora questa città (e cui la E.V. si è tante volte degnata lodare) importa che la città stessa e ciascun cittadino nobilmente nutrisca il sentimento della propria dignità.
Sopra questa irritazione altra e maggiore è sopragiunta (sic), cioè la notizia di una spedizione armata contro Perugia. Questa notizia ha suscitato nella popolazione il pensiero della resistenza. Il quale è forte, crescente, operoso ed universale, dimodoche (sic) nulla varrebbe a contenerlo.
In questa grave e terribile emergenza, collegandosi la cosa pubblica alla assistenza, alla vita, alla salute dei cittadini, la Magistratura mancherebbe al più sacro di suoi doveri, se non scongiurasse l’E.V.R. con tutta la forza dell’animo e con le più instanti e vive preghiere a voler degnarsi di assicurare quanto prima è possibile la Magistratura istessa che non avrà luogo la spedizione armata, la cui notizia ha posto il paese in sì grave e non contenibile fermento.
La saggezza, la bontà, la cortesia dell’E.V.R. danno sicura guarentigia al sottoscritto magistrato che sarà esaudito il suo voto, mentre così soltanto potrà ridonarsi alla popolazione la tranquillità e risparmiarli gli orrori di un combattimento, del quale nessuno può misurare le conseguenze, ma ognuno sa bene immaginarne le più funesti e dolorose.
Deh! Non voglia pertanto la E.V. permettere che si tinga di sangue questo terreno, che è rimasto impollato anche in tempo, in cui spargevasi in copia altrove! Deh! Non voglia porre la Municipale rappresentanza nel duro frangente di non avere altro dovere da compiere, se non quello che la città sia salva anche con la già preparata e pronta resistenza.
Ansiosi di benigna risposta, con tutto l’ossequio e la riverenza i sottoscritti si riprotestano ed offrono
Dell’E.V.R.

Firmati all’originale:
A. Antinori, Gonf. [Gonfaloniere]

S. Svizzeri Boldrini
R. Giambini
G. Angeloni
Sebastiano Purgotti
Giac.Negroni

Per copia conforme per uso d’officio
Perugia 20 Giugno 1859
Gius. Porta, Segr. [Segretario]

Bibliografia: R. De Cesare, Il conclave di Leone XIII con aggiunte e nuovi documenti e futuro conclave, 3. ed., Città di Castello, Lapi tipografo editore, 1888, pp. 333335

1 oggetto(i)
Breve resoconto sui fatti di Perugia del 20 giugno 1859
Ente di conservazione: Biblioteca Augusta di Perugia
Segnatura: Archivio RIS, b.2, c. 279r
Data: non specificata
Contenuto documento
Telegramma con il quale si rende brevemente conto degli avvenimenti del 20 giugno 1859. Vi si legge inoltre che la giunta del Governo provvisorio di Arezzo raccomanda la città affinché avverta Cavour e l’ambasciatore francese in Roma per porre fine agli eccessi

Il 20 Perugia poco armata attaccata 2.200 pontifici due pezzi. Dopo tre ore viva resistenza perdura posizione avanzata, ingresso nemico nella città. Ostinato combattimento sostenuto altre due ore nelle strade fino piazza principale senza successo cittadini. Saccheggio, incendi, uccisioni d’inermi e donne più ore. Assicurasi ucciso segretario comunale portante bandiera bianca.
Il 21 incominciati arresti, proseguite violenze uccisioni. Governo militare, numerosa emigrazione mancano più precisi dettagli. Giunta Governo Provvisorio Arezzo raccomanda fervidamente città, prego avverta subito Cavour e ambasciatore francese Roma, acciò tronchi eccessi.

Nota: Il telegramma manca di indirizzo e di data, ma dalle parole riferite e dall’essere la minuta di pugno del Berardi, si può supporre che il dispaccio sia stato spedito il 22 giugno al Boncompagni dai componenti il Governo provvisorio rifugiatisi ad Arezzo
1 oggetto(i)
Situazione a Perugia dopo il 20 giugno 1859
Ente di conservazione: Archivio di Stato di Perugia
Segnatura: Commissariato Generale Straordinario delle Province dell’Umbria, b. 15, fasc. 298, c. 1r
Data: 21 giugno 1859
Contenuto documento
Copia del telegramma diretto a Mons. Giordani che informa della situazione vigente a Perugia a seguito degli scontri del 20 giugno 1859

Foligno da Perugia
Num.o 158 21 ore 1.25 pom.e
A monsig.r Delegato Giordani Fuligno
Ringrazio Monsig. R Delegato di sua bontà

Mia salute ottima come maggior parte Ufficiali. Capitano Abyberg morto, Capitano Bristchgy ferito mortalmente da 4 colpi. Tenente Cnefer leggermente ferito, in tutto 9 morti e 32 feriti. Il rimanente della truppa sta bene. Il soldato è tuttora in uno stato di molta esaltazione, naturale per altro dopo il vivo combattimento sostenuto: in breve spero avere tutto calmato e rimesso all’ordine perfetto. La devastazione fatta dalle truppe nell’ingresso è stata grande. Mi veniva assicurato che 5000 persone difendevano la città. Circa 70 sono stati i loro morti fra i quali diverse donne uccise nelle loro abitazioni avendo dovuto prendere casa per casa. Abbiamo fatto circa 60 prigionieri e gli arresti dei feriti continuano. La popolazione è piena di avvilimento e di timore che con un poco di tempo svaniranno.
Prego di comunicare il contenuto presente all’Eminentissimo di Stato
Perugia 21 giugno 1859
Schmid Colonnello

N. 158 parole 160
li 21 ore 1.25 pom.
Ricevuto a Foligno da Perugia
li 21 di ore 2.30 pom.

Bibliografia: B. Raschi, Movimento politico della città di Perugia dal 1846 al 1860. Cioè dalla esaltazione di Pio IX all’annessione al Regno di Vittorio Emanuele II, Foligno, Tip. Già Cooperativa, 1904, pp. 98-99; L. Radi, 20 giugno 1859. L’insurrezione e il sacrificio di PERUGIA nelle vicende diplomatico-militari del Risorgimento, Assisi, Cittadella Editrice, 1998, pp. 172-173.
1 oggetto(i)
Telegramma che informa dei fatti accaduti a Perugia il 20 giugno 1859
Ente di conservazione: Archivio di Stato di Perugia
Segnatura: Commissariato Generale Straordinario delle Province dell’Umbria, b. 15, fasc. 298, c. 3r
Data: 21 giugno 1859
Contenuto documento
Copia del telegramma del capitano Mazzotti che informa di quanto accaduto a Perugia il 20 giugno 1859

Li 21 ore 6.10 p.
Ricevuto a Foligno da Spoleto li 21 ore 8.45 p.
Spoleto da Fuligno
N° 163 S. 127. — G. 21 — ore 6. 10 pom.
Gendarmeria pontificia – al Sig.r Maggiore Calandrelli – Spoleto
Alle tre pomeridiane di ieri fu attaccata la città di Perugia, e dopo la più disperata resistenza, rientrarono le truppe pontificie circa le ore 7; i morti da parte della truppa sono da dieci a quindici ed i feriti compresi tre ufficiali e due gendarmi sono circa 35: dei cittadini non si conosce ancora il numero, ma sono molti: il Borgo S. Pietro venne saccheggiato, ed in qualche luogo anche incendiato. Il valore delle truppe non è descrivibile, anche i nostri gendarmi e finanzieri si sono distinti. Il sottoscritto ha capitanato i gendarmi unito al Signor tenente Perfetti nella spedizione ed ora si trova in Perugia.
Perugia 21 giugno 1859
Il Capitano Mazzotti
1 oggetto(i)
Minuta del telegramma di Lattanzi al Monsignor delegato di Foligno
Ente di conservazione: Archivio di Stato di Perugia
Segnatura: Commissariato Generale Straordinario delle Province dell’Umbria, b. 15, fasc. 298, c. 4r
Data: 22 giugno 1859
Contenuto documento
Nel telegramma il consigliere Lattanzi annota il senso di desolazione che vige in città a seguito dei fatti occorsi a Perugia il 20 giugno 1859

N. 37 di protocollo
senza ora
22 giugno

Il consigliere Lattanzi a Monsig.r Delegato Fuligno
La ringrazio delle notizie di mio fratello. L’aspetto di questa città è squallidissimo. Ieri tutte le botteghe erano chiuse: vedremo quel che sarà oggi. Io ad ogni passo mi sento stringere il cuore. Ma su questo argomento tornerò con comodo. Le saluterò il colonnello e la magistratura
Gradisca molti ossequi miei
Lattanzi
Ricevuto a Foligno da Perugia ore 8.35

1 oggetto(i)
Manifesto del Gonfaloniere di Arezzo
Ente di conservazione: Biblioteca Augusta di Perugia
Segnatura: Archivio RIS, b. 2, c. 281r
Data: 24 giugno 1859
Contenuto documento
Il Gonfaloniere di Arezzo annuncia ai suoi cittadini le stragi di Perugia e invita a soccorrere gli esuli perugini
B. Raschi, Movimento politico della città di Perugia dal 1846 al 1860. Cioè dalla esaltazione di Pio IX all’annessione al Regno di Vittorio Emanuele II, Foligno, Tip. Già Cooperativa, 1904, p. 223
1 oggetto(i)
Manifesto a stampa degli emigrati perugini ai toscani
Ente di conservazione: Biblioteca Augusta di Perugia
Segnatura: Archivio RIS, b. 2, c. 286r
Data: 26 giugno 1859
Contenuto documento
Gli emigrati perugini ringraziano i toscani che, “mossi da carità cittadina”, a seguito dei fatti di Perugia del 20 giugno furono “subito liberali di lagrime, di soccorsi e di lodi” nei loro confronti
B. Raschi, Movimento politico della città di Perugia dal 1846 al 1860. Cioè dalla esaltazione di Pio IX all’annessione al Regno di Vittorio Emanuele II, Foligno, Tip. Già Cooperativa, 1904, p. 223224
3 oggetto(i) « di 3 »
Ordine di arresto per i membri del Governo provvisorio e intimazione a costituirsi rivolta al Faina
Ente di conservazione: Biblioteca Augusta di Perugia
Segnatura: Archivio RIS, b. 2, c. 309r-v, 310v
Data: 30 giugno 1859
Contenuto documento
Ordine di arresto del governo militare pontificio per i membri del Governo provvisorio, Nicola Danzetta, Francesco Guardabassi, Zeffirino Faina-Baldini, Antonio Cesarei, Carlo Bruschi, Tiberio Berardi e Filippo Tantini, imputati del reato di lesa maestà ed intimazione “al Sig. Zeffirino Faina-Baldini di comparire a costituirsi” entro il termine di 5 giorni dall’intimazione stessa

Governo Militare Pontificio
Perugia 30 giugno 1859
L’uditore divisionario Mre speciale straordinario
Visti gl’atti e
visti gli art. 332 e 333 del Reg.o Org.o e di Procedura Criminale
Considerando essersi verificato in atto il prescritto dell’ultimo dei citati articoli a carico dei Siggri Nicola Baron Danzetta, Francesco Guardabassi, Zeffirino Faina Baldini, Tiberio Berardi, Antonio Cesarei, Carlo Bruschi e Filippo Tantini tutti domiciliati in questa Città imputati di Lesa Maestà in primo grado, delitto avvenuto il 14 pas.to [passato] Giugno ha ordinato ed ordina che i suddetti Danzetta, Guardabassi, Berardi, Cesarei, Bruschi, Tantini e Faina Baldini vengano ristretti in oneste carceri e che per l’esecuzione se ne scriva lettera d’invito a questo Comdo [Commando] di Compagnia di Gend. [Gendarmeria] e così.

(firmati) G.M. Gorga Uditore Divisionario Straordinario Militare
E. Giarè attuario militare

D’ordine del lodato uditore divisionario speciale straordinario in questa Città visto il Decreto superiormente trascritto
Visto il discarico dato a questo uditore militare dal marelo [maresciallo] di Gendarmeria tolto il giorno 1 Luglio corrente dal quale risulta non essersi potuto eseguire l’arresto dei nominati Danzetta, Francesco Guardabassi, Faina Baldini, Berardi, Cesarei, Bruschi e Tantini per essersi resi irreperibili. Vista l’ordinanza del Governo Militare di questa Città, la quale dispone che si proveda (sic) agli atti contumaciali contro i suddetti
Vista l’altra ordinanza del Governo militare sucitato (sic) in data 5 Luglio corrente colla quale si restringe agli inquisiti il tempo congruo a comparire a cinque giorni invece di 15 fra una intimazione all’altra
S’intima al Sig. Zeffirino Faina Baldini di comparire a costituirsi e comparire in potere della punitiva Giustizia nel tempo e termine di giorni cinque continui dall’intimazione della presente e ciò per tutti gli effetti che saranno di ragione, altrimenti e così.
Dato dall’Uditore Militare speciale straordinario in questa Città di Perugia questo di 6 Luglio 1859
(firmati) G.M. Gorga Uditore Divisionario Straordinario Militare
E. Giarè attuario militare
Al Signor Zeffirino Faina Baldini
otto luglio 1859
Io sottoscritto cursore dei tribunali di Perugia ha lasciato il prescritto intimo nel domicilio del signor Zeffirino Faina Baldini alla domestica
Orazio Ambrosi

2 oggetto(i) « di 2 »
Seconda intimazione a costituirsi alla giustizia rivolta ai membri del Governo provvisorio imputati nel processo per lesa maestà
Ente di conservazione: Biblioteca Augusta di Perugia
Segnatura: Archivio RIS, b. 2, c. 313r-v
Data: 13 luglio 1859
Contenuto documento
Atto consegnato al signor Zeffirino Faina-Baldini con il quale si intima per la seconda volta ai membri del Governo provvisorio di costituirsi entro il termine perentorio di 5 giorni, decorsi i quali si procederà alla dichiarazione della loro contumacia e al definitivo giudizio nella causa di lesa maestà in primo grado che li riguarda

Governo Militare Pontificio

Vista la relazione del Curosre del Trible [Tribunale] di 1a istanza di questa città Orazio Ambrosi attergata all’intimazione del giorno 7 corrte [corrente] dalla quale risulta essere stata la medesima debitamente presentata il seguente giorno 8 al domicilio degli Inquisiti Siggri [Signori] Francesco Guardabassi Zeffirino Faina-Baldini Nicola Baron Danzetta, Tiberio Berardi, Carlo Bruschi, Antonio Cesarei, e Filippo Tantini consegnandola in mano delle respettive domestiche avendo di più rilevato lo stesso Cursore colle praticate indagini essere i sunnominati notoriamente scomparsi da questa città.
Ritenuto che nonostante il decorso dell’inteso termine in detta intimazione prescritto ai m.i [medesimi] non sono comparsi per cui si fa luogo al disposto dell’Articolo 570 del Reg.to [Regolamento] Org.o [Organico] e di Proced.a [Procedura] Crimle [Criminale].
D’ordine dell’Uditore Divisonario speciale straordinario di questa Città
S’intima per la seconda volta ai sud.ti [suddetti] Sig.ri Guardabassi, Faina, Danzetta, Berardi, Cesarei, Bruschi e Tantini, di comparire a costituirsi in potere della giustizia nel tempo e termine di altri giorni 5 continui dall’affissione della presente nei consueti luoghi, e ciò per tutti gli effetti che saranno di ragione, altrimenti scorso anche questo secondo perentorio termine verrà dichiarato essere essi incorsi nella contumacia, e quindi nonostante la medesima e la loro assenza si procederà al definitivo giudizio come di ragione ed a termini di Legge nella causa di Lesa Maestà in primo grado che li riguarda salvo e così.
Dato dall’Uditoriato speciale straordinario Militare di Perugia
Li 13 Luglio 1859
G.M. Gorga Udi.re [Uditore] E. Giarè attuario militare

Oggi tredici luglio 1859
Io sottoscritto cursore presso il tribunale civile di Perugia ho lasciato il presente Intimo nel domicilio del Signor Zeffirino Faina- Baldini consegnandolo in mano del domestico
Tancredi Bartoccini

1 oggetto(i)
Sentenza di condanna a morte nei confronti dei membri del Governo provvisorio
Ente di conservazione: Biblioteca Augusta di Perugia
Segnatura: Archivio RIS, b. 7, vol 14, c.147r
Data: 20 luglio 1859
Contenuto documento
Sentenza del consiglio di guerra speciale straordinario del Governo militare pontificio in Perugia con la quale Nicola Danzetta, Francesco Guardabassi, Zeffirino Faina-Baldini, Antonio Cesarei, Carlo Bruschi, Tiberio Berardi e Filippo Tantini sono condannati alla morte di esemplarità
1 oggetto(i)
Parere del fiscale generale e annullamento della sentenza di condanna a morte inflitta ai membri del Governo provvisorio
Ente di conservazione: Archivio di Stato di Terni sezione di Orvieto
Segnatura: Fondo Filippo Antonio Gualterio, b. 29, fasc. G 9.1
Data: 11 agosto 1859 e 14 agosto 1861
Contenuto documento
“Parere del Fiscale Generale” sulle irregolarità di procedura effettuate dall’uditore Giosuè Maria Gorga nell’imputazione di pena capitale a carico dei membri del Governo provvisorio e annullamento della sentenza emessa nei loro confronti con decreto del card. Antonelli ministro delle armi

Parere del Fiscale Generale
Li 11 agosto 1859

La sentenza resa il 20 luglio decorso dal consiglio di guerra straordinario in Perugia offre agli occhi anche dei meno veggenti delle irregolarità insanabili. Il sotto [sottoscritto] non conosce quali fossero i poteri dei quali dicesi rivestito quel Comando militare, ma qualunque essi fossero non potevano giammai renderlo superiore alla Legge, ad una Legge di Procedura criminale, unica che vige nel nostro Stato per norma dei giudizii contumaciali. Ed in vero se quel Consiglio credeva di potere ad ottenere altre regole di Procedura diverse dalle ordinarie speciali, e riservate doveva seguire quelle unicamente, citandone all’uopo la Legge relativa, ma una volta che fece ricorso ai metodi della Procedura ordinaria vigente, una volta che si conformò alla Legge comune scritta, non si saprebbe conoscere per quali ragioni ne deviasse in parte decurtandone a sua volta i termini fatali. Perché potesse legalmente farsi luogo a siffatta modificazione, vi sarebbe occorsa nientemeno una speciale deroga sovrana la quale però non sarebbe stata scevra dal difetto della inopportunità, giacché essendosi il delitto verificato sotto l’impero di quella Legge sarebbe fin d’allora nei delinquenti parificato il diritto di essere giudicati con quella pel notissimo adagio legale che la Legge – non respicit retro –
Dè cio è tutto. Ritenuto che un Consiglio di Guerra fosse nel caso competente a forma di Legge al giudizio della causa, il sotto [sottoscritto] non saprebbe indovinare la ragione per la quale questo siedesse (sic) in numero dispari ossia di sette Giudici, laddove la Legge di procedura militare vigente esige sempre la parità ossia il numero di sei, che anzi l’arto. [articolo] 106 attribuisce un’uguale (sic) numero agli stessi consigli di Guerra Speciali Straordinarii in azione, ed ove il Consiglio di cui trattasi potesse riguardarsi in stazione, a forma del SS 2 di do [detto] articolo avrebbe dovuto aver luogo una speciale delegazione Sovrana, ciò che non apparisce che se si credesse supplito questo difetto con qualche Legge di Procedura Speciale dei Reggimenti Esteri, che lo scrivente non conosce, non sarebbesi in questo caso giammai potuta applicare a dei semplici borgesi (sic), mancando siffatta Legge o disposizione di qualsiasi promulgazione per cui se per l’interno di quei Reggimenti, e per le persone militari di medesimi addette alle quali sarebbe stata comunicata, potrebbe per avventura aver luogo, per gli altri cui non è stata promulgata giammai non potrebbe aver forza di Legge.
Se questi difetti pertanto che rendono irregolare e viziosa la sentenza, sarebbero gravi ragioni perché anche di altri tempi il Superior Governo procedesse con assai cautela, e tantopiù (sic) che da siffatte sentenze la Legge non porge alcun rimedio, maggiori sembra al sotto [sottoscritto] e che dovrebbero essere le considerazioni negli attuali momenti, dopo tutto quello che è stato detto dai nemici dell’ordine su’ i fatti di Perugia, sul conto dei quali la malignità, e la detrazione troverebbe così nuovo pascolo, e nuova materia da esporre il Governo a critiche, ed amare irrisioni.. Né d’altronde le attualità offrirebbero, ad avviso di chi scrive, una imperiosa necessità di pubblicare, e dare esecuzione a questa Sentenza né dal lato dell’interesse materiale del Governo, né da quella del pubblico esempio; non dal primo perché sono vigenti, e lo saranno finché ragione lo vuole le iscrizioni Ipotecarie prese dal Governo per i beni dei maggiori compromessi in questi fatti non dal secondo, giacché non sembra ora, la Dio mercè, temibile verun’ulteriore (sic) muovimento (sic) rivoluzionario nello Stato, che ad essere prevenuto, e frenato faccia sentire il bisogno di una speciale esemplarità di pena, laddove gli animi di tutti sono preoccupati ora dello sviluppo degli affari delle altre Province ribelli, che si fà (sic) presentire non molto lontano.
In tale stato di cose come già si notò non si ha mezzo alcuno dalla Legge onde annullare la Sentenza in parola si sarebbe di sommesso parere che venisse ciò eseguito per fatto della Sovrana Autorità. Infirmata così la Sentenza per gli addetti vizii, potrebbe quindi farsi luogo nei modi, e termini dalla Legge assentiti ai regolari termini contumaciali, e ad un nuovo più regolare giudizio su’ i risultati del quale prima di darne pubblicità potrà allora il Governo prendere quelle deliberazioni che crederà più espedienti
Firmato P. Avvocato Benvenuti
Fiscale Generale

Rapporto
del Sostituto del Ministero delle armi

Dopoché nel 21 Giugno pp a mezzo delle Truppe Pontificie fu ripristinato il legittimo Governo nella Città di Perugia venne stabilito un Governo militare con straordinarie facoltà, e si ordinò la compilazione di un’incarto (sic) a carico del (sic) Capi della Rivolta estensivo al corrispondente giudizio anche in contumacia dei medesimi. Difatti stabilita la prova della Ribellione e la responsabilità degli autori principale della medesima fù contro di essi rilasciato ordine di arresto che si rese infruttosa (sic) attesa la loro latitanza si intrapresero quindi gli atti contumaciali, e siccome a seconda degli articoli 569 e 570 del Regolamento Organico e di Procedura Crimle [Criminale] deve intimarsi all’ultimo domicilio del prevenuto l’ordine di arresto con la ingiunzione a comparire entro quindici giorni, intimazione che deve ripetersi con la decorrenza del medo. [medesimo] termine; egli per la maggiore speditezza del giudizio il Signor Generale Schmid, credette decurtare tali termini, riducendoli a soli cinque giorni, e così le due sudde [suddette] decorrenze che importavano una dilazione di un mese, si ridussero a soli dieci giorni. Dopoché ebbero luogo le sudde [suddette] intimazioni, e relativa decorrenza a senso dell’arto. 578, doveva attendersi per altri otto giorni prima della proposizione della causa, ed anche questi furono ridotti a soli due dal Lodato Generale rapporto di Monsignor Fiscale Generale, ed in seguito del parere del Consiglio dei Ministri, il S. Padre annullando la Sentenza di cui è parola, ha disposto che si torni nuovamente a giudicare, e che si osservino tutte le disposizioni di Legge
Li 14 Agosto 1861
Firmato G.C. Antonelli
a di do [detto]

Sarà perciò necessario che in Perugia si mandi un’uditore (sic) militare bene istruito di tutto quello deve regolarmente pratticarsi (sic) onde non abbiano a ripetersi irregolarità per l’anzietà (sic) di far presto
Fto. [Firmato] G.C. Antonelli

N.B. Dal processo risultava che lo Schmid non aveva fatto altro che annuire alla proposta in iscritto che l’uditore Giosuè Maria Gorga gli faceva per la decurtazione dei termini contumaciali. E fù (sic) lo stesso Gorga che nel giorno 20 Luglio, non appena giudicata la causa, con suo telegramma ne annunciò l’esito al Sostituto Mazio esprimendosi, che come nel giorno 20 Giugno vittoriose le Truppe Pontificie entrarono in Perugia d’assalto, così scorso appena un mese il Consiglio di Guerra aveva condannato sette alla pena del capo.
Il Consiglio di Guerra composto di sette giudici, e tranne uno, appartenenti tutti gli altri alla classe di quegli ufficiali del Reggimento Estero che vennero all’assalto di Perugia, giudicò la causa senza prima vedere, e molto meno ponderare le risultanze processuali, giacché l’Uditore Gorga non ne redasse relazione, e gli bastò una verbale narrativa. Fece quindi subito stampare la sentenza, che altrettanto subito dovette darsi alle fiamme perché oltre la decurtazione dei termini della contumacia mancava del decreto del presidente del Consiglio, qual decreto si fece quindi apparire in atti, e con la espressione di esso fù (sic) la sentenza di nuovo data alle stampe, e quindi per le suespresse ragioni annullata.
Quando, dopo assunti dall’uditore Rossetti, nuovi atti si doveva devenire a nuovo giudizio, fece l’uditore stesso osservare, come eccepibili, ed incompatibili fossero nel ministero di Giudici quelli ufficiali i quali avevan fatto parte del fatto d’armi in Perugia, ma non gli si diè ascolto.
L’ultima sentenza non fù (sic) fatta stampare, essendosi da Roma ordinato, che manoscritta venisse affissa al domicilio dei prevenuti, e nei luoghi soliti della Città.
Il Gorga dopo tutte le erroneità commesse non solo in questa, ma anche in altra processure, ed in altri giudizi, anziché essere punito, od almeno diffidato nell’esercizio di sue funzioni, fù inviato a Pesaro ad amministrare la Giustizia alle molte migliaia di uomini colà riuniti, e dove, essendosi, al dire del Generale Lappi, distinto nella difesa di quella Rocca, fù (sic) insignito dell’ordine Cavalleresco di S. Gregorio Magno.

1 oggetto(i)
Cenni storici sulle diverse parti che presero le popolazioni della intera provincia di Perugia durante la rivoluzione dal 14 al 20 giugno 1859
Ente di conservazione: Archivio di Stato di Terni sezione di Orvieto
Segnatura: Fondo Filippo Antonio Gualterio, b. 24, fasc. G 5.15(a)
Data: 25 agosto 1859
Contenuto documento
Bibliografia: S. Magliani (a cura di), L’Umbria e l’Europa nell’Ottocento, in Id., Uno “storico succinto” sui fatti del giugno 1859, Roma, Edizioni dell’Ateneo, 2003, pp. 191-234
1 oggetto(i)
Lettera dell’ufficiale Cesare Mazzoni ed elenco dei fatti commessi dalle truppe papaline in Perugia una volta cessato il combattimento
Ente di conservazione: Archivio di Stato di Terni sezione di Orvieto
Segnatura: Fondo Filippo Antonio Gualterio, b. 24, fasc. G 5.8
Data: 24 giugno 1859
Contenuto documento
Lettera di Cesare Mazzoni, ufficiale di Mezzacapo e segretario della commissione sarda, al marchese Filippo Antonio Gualterio sugli “ultimi casi della disgraziata Perugia”. Segue l’elenco dei “fatti atroci commessi dalle truppe papaline in Perugia, cessato già il combattimento”

Mio caro Marchese,
Sebbene ancora non abbia i particolari degli ultimi casi della disgraziata Perugia, però ve ne darò relazione come meglio so e posso. Il Leonardi, saputo per la via che di Roma erano partiti gli artiglieri senza la batteria, e che erano diretti per Ancora, credè opportuno rimanere in Perugia ad ordinare la difesa, non essendovi gente da ciò. Il 18 mi mandò il seguente dispaccio telegrafico: “Perugia si difenderà. Aiutatela come potete con armi, munizioni, ufficiali” Non avendo altre armi oltre i quattrocento fucili già mandati, non avendo munizioni, spedii il più presto possibile il Conte Pagliacci, il Del Bono e lo Zucchero perché si ponessero alla testa dei raccolti in Perugia, li ordinassero alla meglio e l’incuorassero a resistere. Il giorno appresso mandò altri tra già nostri ufficiali con una mano di arditi, ma quei al confine seppero della caduta di Perugia. Pagliacci e i compagni arrivarono a tempo, e come poterono ordinarono, e misero animo negli sconfortati cittadini. Il 20 alle ore 3 e mezzo cominciò il fuoco nemico, al quale vivacemente fu risposto; ma quando due colpi di cannone dischiusero una porta della città, cominciò a mancar l’animo ad alcuni. Nondimo la difesa continuò lungo il Borgo San Pietro, dove ferito mortalmente cadde qualcheduno dei difensori e non pochi de’ nemici. Alla fine alle sette e mezzo, cioè dopo quattr’ore di combattimento, i nostri si ritirarono ed i Papalini occuparono la città. Poco prima il segretario del Comune si era presentato con la bandiera bianca per venire a’ patti di resa, ma gli svizzeri gli trassero contro e l’uccisero. Venuti sulla piazza i Papalini, ad un ordine dei proprio ufficiali si divisero in drappelli mandando grida di gioia, e si misero a percorrere le strade traendo colpi di fucili contro le finestre e contro quanti avevano la sventura d’imbattersi in essi. Alcune case furono saccheggiate, e due incendiate; tre o quattro donne uccise, ucciso un bambino, ed uccisi sette poveri disgraziati. E ciò, avvertite, dopo che il combattimento era cessato da un’ora. I difensori erano stati circa quattrocento, duemila gli assalitori. Da difensori si portarono valorosamente i venti disertori Papalini, e i tre da qui mandati fecero il loro dovere. Dal Leonardi non mi è stato dato di potere avere notizia. Temo sia de’ feriti o de’ morti. Ciò mi attrista, che il Leonardi era giovine di belle speranze ed uno de’ miei più cari amici.
Se Perugia avesse potuto resistere altre quattr’ore, avrebbe avuto soccorso di circa centocinquanta uomini di Toscani e nostri, di dodicimila cappellozzi e di molte armi.
Temo che la sorte di Perugia tocchi anche ad Ancora, e che la marcia vittoriosa delle truppe papaline si avvertì solo ai confini settentrionali delle Marche. Avete letto un articolo della Patria riguardo le cose di Bologna? A molti, massimo di Romagna, ha dato gran maraviglia, non a me: voi sapete come io la penso rispetto alla questione romana. E poi, se i nostri vogliono la libertà, devono saperla difendere; e se difenderla non sanno o non possono, devono allora tacere ed aspettar tempo migliore, e non compromettere la causa dell’Indipendenza.
Il generale, che mi ha comunicato parte della vostra a lui, vi saluta insieme al fratello. Vi ricordo il mio affare; e tanto più, che oggi stesso il Generale mi diceva che gli sarebbe caro che per vostro mezzo gli venisse fatta proposta da costì per me come sotto-commissario di 1a classe. Gigglio ha già fatto scrivere per lo stesso oggetto. Salutatemi dii tutto affetto il Cav. Massari. Addio, mio caro Marchese
Firenze li 24 giugno 1859
Vostro devotissimo
Cesare Mazzoni

Fatti atroci commessi dalle truppe Papaline in Perugia, cessato già il combattimento

1.Al Ponte S. Giovanni a tre miglia da Perugia posero taglia di scudi duemila al possidente Francesco Angeletti, la cui casa saccheggiarono. Uccisero un suo garzone, e ferirono il cocchiere.
2.Uccisero due persone al Ponte stesso, e le gettarono nel Tevere.
3.Incendiarono la casa Santarelli fuori di Porta San Pietro.
4.Uccisero il fabbro ferraio Lazzarini e la sua moglie nel fabbricato incontro alle Derelitte.
5.Uccisero la moglie del padre del suddetto Lazzarini nello stesso fabbricato, ma più presso la Porta San Pietro.
6.Uccisero i coniugi Busti rivenditori di vino fuori la stessa Porta.
7.Uccisero il tabaccaio Francesco Borromei e sua moglie in una casa vicino alla stessa Porta, e saccheggiarono la sua bottega.
8.Uccisero i due portinari della Porta San Pietro.
9.Devastarono e saccheggiarono le case adiacenti a quella Porta.
10.Incendiarono la casa Serafini abitata da Angelo Casali.
11.Trassero molte fucilate sopra i feriti nel combattimento che erano all’Ospedale provvisorio a Borgo San Pietro.
12.Incendiarono il Caffè di Alessandro Mari, nella cui poi trucidarono un infelice tenuto dalla città per demente.
13.Distrussero interamente la Farmacia Bellucci.
14.Uccisero un bambino ed Irene Gioia nella casa dela modista Tieri, e vi ferirono la giovani Tancioni.
15.Trucidarono Vafrino Fabretti, ebanista, alla presenza della moglie e nella propria abitazione.
16.Taglieggiarono di scudi duemila il vecchio Giacomo Temperini, e gli tagliarono due dita.
17.Saccheggiarono e devastarono la Casa Salvatori, uccidendo due domestiche.
18.La Locanda Storti a Sant’Ercolano fu devastata da cima a fondo, ucciso il padrone, un servo e il garzone di scuderia.
19.Ad una famiglia americana quivi alloggiata fu tolto ogni effetto, e si salvò da morte per mezzo di uno svizzero, il quale ricusò l’offerta di un orologio e di danari.
20.Uccisero una donna ed un fanciullo fuori di Porta Nuova.
21.Uccisero due vecchi proposti al Dazio e Consumo nella stessa Porta.
22.Il Segretario del Comune Giovanni Porta che andava a parlamentare con bandiera bianca fu ricevuto a fucilate ed ucciso.
23.Furono saccheggiate quasi tute le botteghe in Porta San Pietro; e al Corso furono saccheggiate la Calzoleria Singhi, le Tabaccherie Palchetti e Sanguinetti, l’Orologeria Costantini e la Libreria Poggi, In Via Nuova fu distrutto il Caffè Secondo Campi, devastate le Pizzicherie Poggini, Pedrini ed altre. In altre strade furono saccheggiate altre botteghe.
24.Fra il Corso e Piazza Piccola il Martedì 22 furono veduti quindici cadaveri di donne, vecchi e mendicanti.
25.Uccisero la Cruciani, ostessa in un vicolo presso il Corso.
26.Uccisero un ciabattino, guardaportone del Palazzo Ranieri.
27.Bruciarono la ricca biblioteca Cassinese nel Monastero di San Pietro.
28.Tutte le botteghe trapassate da palle, per poterne rompere le serrature.

1 oggetto(i)
Relazione di Perugia della sera dopo il combattimento del giorno 20: dalle ore 7 ½ alle 10 circa
Ente di conservazione: Archivio di Stato di Terni sezione di Orvieto
Segnatura: Fondo Filippo Antonio Gualterio, b. 24, fasc. G 5.8
Data: non specificata
Contenuto documento
Relazione del tenente Antonio Del Buono che raccoglie la sua testimonianza su quanto accaduto la sera del giorno 20 a seguito del combattimento

Relazione di Perugia della sera dopo il combattimento del giorno 20; dalle ore 7½ alle ore 10 circa

7½ sono entrati in piazza Svizzeri e gendarmi e hanno tirato molti colpi di fucile contro le finestre ed anche lungo le strade in alto senza direzione: dopo qualche minuto varii offiziali hanno parlato ad alta voce, ed a tal discurso e ordine (in francese e in tedesco) la truppa tutta ha fatto un grido di gioia e disunendosi dalla massa, formandosi in piccoli drappelli si è messa a percorrere tutte le strade anche le più remote tirando continuamente colpi di fucile e urlando in modo tale che parevano tanti selvaggi, credo forse che in quel momento d’abbandono possa essere accaduto qualche omicidio o furto, giacché al rumore di fucili si era anche mischiato quello di cittadini, urlo di spavento e dolore, ma dovendo anch’io ritirarmi per la mia salvezza, e trovando un cittadino l’ho pregato ad indicarmi una via di salvezza, questi mi ha accompagnato in un convento di frati credo Domenicani perché vestiti di bianco, si è presentato un superiore del convento, quando mi ha veduto sospettoso mi ha accertato essergli i suoi confratelli Piemontesi, e che nella giornata avea assistito altri fuggiaschi provvedendoli di qualche poco di cibo, e direzione onde potessero partire sicuri, inteso ciò, ho accettato un quarto d’ora di ospitalità, ed una zuppa che ben poco mi ha profittato giacché nel concento stesso si udiva lo spaventevole tumulto suindicato. Affacciatomi ad una finestra ho veduto un fuoco, ed ho saputo essere l’abitazione e fabbrica di Tintoria fuori porta San Pietro: alle 9 circa sono sortito per cercare di nuovo i miei compagni Sigi. Pagliacci e Zucchero, ed in questo tempo ho percorso le vie più remote, ma con molta precauzione giacché temevo d’incontrarmi con li Svizzeri, benché avea avuto la precauzione di travestirmi e fingermi un accattone e gobbo, mi sono recato di nuovo vicino la Piazza e sono entrato nella locanda della Porta per verificare se per caso i miei compagni fossero partiti portando via i loro effetti. Sono entrato in una sala, il cameriere mi ha detto essere in una camera indicatomi, ove mi sono portato, ed entrato mi sono accoro esservi un Colonnello Svizzero: io mi sono caricato dei nostri effetti, e quelli dei miei amici li ho consegnati al cameriere dicendogli ad alta voce di portarli al n° 13 così con questo pretesto ho potuto sortire col dispiacere di non aver trovato altra traccia dei miei compagni, cosa per me tanto dispiacente. Lasciata la locanda sono ritornato al convento portando la mia sacca che i frati si sono incaricati di spedirmi colle altre. Era già le 9½ si è intesa sonare la generale, ed han principiato a cessare le fucilate dopo poco tempo un silenzio di morti: profittai di ciò per fuggire scortato da quell’uomo stesso che mi accompagnò dai frati più un suo bambino di anni otto, e questi mi guidarono per le vie più remote alla porta dandomi un abbraccio e mandandomi con Dio. Erano le 10: e alle 12 (che intesi suonare) mi voltai indietro e non vidi più altro che fiamme della Tintoria. Giunto alla Magione sono andato da quel Segretario Comunale, ad avvertilo che mandi un uomo fidato sullo stradale per fare retrocedere tutti quelli che potevano andare in Perugia che non fossero informati dell’accaduto, giacché avea forte sospetto che la mattina stessa li gendarmi potessero fare qualche scorreria: tale avvertimento è stato giovevole a qualcuno anche di nostri che non informati andavano a Perugia.
Questo è quanto può asserire il sottoscritto per la pura verità
Firmato Tte [Tenente] Del Buono

11 oggetto(i) « di 11 »
Sentenza del 29 ottobre 1859 emessa nei confronti dei membri del Governo provvisorio
Ente di conservazione: Biblioteca Augusta di Perugia
Segnatura: Archivio RIS, b. 2, cc. 314r-318v, 319v
Data: 29 ottobre 1859
Contenuto documento
Copia della sentenza con la quale il Governo Militare Pontificio commuta la pena di morte inflitta in data 20 luglio 1859 a Nicola Danzetta, Antonio Cesarei e Filippo Tantini rispettivamente in 15, 10 e 5 anni di carcere, mentre conferma per gli altri membri del Governo provvisorio (Zeffirino Faina-Baldini, Francesco Guardabassi, Carlo Bruschi e Tiberio Berardi), imputati nello stesso processo, la pena capitale

Governo Militare Pontificio
In nome di S.S. Papa Pio IX Felicemente Regnante
Perugia 29 Ottobre 1859
Il Consiglio di Guerra Speciale Straordinario composto
Dagli Illmi [Illustrissimi] Signori

Maggiore Comme Giuseppe Jeannerat del 1° Reggto [Reggimento] Estero = Presidente

Giudici:
Capitan Cav. Eugenio De Lavallaz id. [idem] Capitan Cav. Giuliano Pifferi di Gendarmeria
Capitan Cav. Giuseppe Baselgia del 1° Estero
Capitan Cav. Carlo Leoni de’ finanzieri
Capitan Cav. Fortunato Stoeklin del 1° Estero
Avvocato Agapito Bossetti Uditore Militare della 1a divisione, e del governo militare, Relatore
Con l’assistenza di me Attuario Militare
Si è quest’oggi riunito in una delle sale della Residenza Governativa militare per giudicare la causa

Perugina
di
Lesa Maestà
Contro

Guardabassi Francesco del fu Mariano, da Perugia, di anni 67, vedovo, Possidente
Danzetta Barone Nicola, del fu Fabio, di anni 39, da Perugia, coniugato, Possidente
Faina-Baldini Zeffirino di Venanzio, da S. Venanzio di Orvieto, di anni 34, vedovo, Possidente e Banchiere
Berardi Dr. Tiberio del fu Gio. Batta [Battista] di anni 45 da Perugia, coniugato, legale
Bruschi Dr. Carlo, di Domenico, di anni 37, da Perugia, coniugato, legale
Cesarei Conte Antonio del fu Giulio, di anni 35, da Perugia, coniugato, Possidente
Tantini Dr. Filippo di Luigi di anni 33, da Perugia, coniugato, Possidente e Legale

I prevenuti non sono presenti perché contumaci tutti.
Visto l’ordine di arresto rilasciato contro tutti i suddetti prevenuti rimasto senza effetto per la latitanza dei medesimi.
Viste le intimazioni all’ultimo domicilio dei prevenuti, ed in altri luoghi pubblici affisse dall’ordine d’arresto coi termini della legge prescritti.
Visto il decreto del Presidente del Tribunale Inquirente, Sig. Avvo[Avvocato] Pietro Piselli Uditore Generale Militare, col quale fu dichiarato essere i prevenuti inanzi nella contumacia e venne ordinata la proposizione della causa a forma di legge.
Scorso il termine dalla legge prescritto per la proposizione della causa stressa.
Considerati prima gli atti contumaciali e riconosciuti regolari
Udita e considerata la relazione della causa e della risultanza degli atti processuali fatta ed in precedenza già distribuita dall’uditore ai singoli Siggi [Signori] giudici.
Udito il voto consultivo dell’Uditore suddetto col quale opinava per la condanna dei prevenuti Guardabassi, Faina-Baldini, Berardi e Bruschi a senso degli arti [articoli] 84 e 85; Per Danzetta a senso dell’arto [articolo] 86, e per la esenzione della pena ed assoluzione di Cesarei e Tantini a senso dell’arto [articolo] 87 dell’Editto Pen. [Penale] Comune.
Chiusa la discussione, e rimasti soli i Giudici per deliberare, dopo evase le questioni dal Sig. Presidente proposte, si è venuto alla relazione ed emanazione della seguente

Sentenza

Imitando Bologna già insorta nel giorno 12 del giugno 1859, insorgeva nel giorno 14 dello stesso mese Perugia. A Giunta di Governo Provvisorio si erigevano Francesco Guardabassi, Zeffirino Faina-Baldini, Nicola Danzetta e Tiberio Berardi in qualità di Segretario.
Essi infatti furono quelli che nel mattino del quattordici unitamente a Carlo Bruschi, mentre un sempre crescente numero di Popoli di aggirava pel corso della Città e si ammutinava sotto il Palazzo Delegatizio, si presentarono al Preside Apostolico Ms. [Monsignor] Giordani intimandogli di cedere il potere, conforme ceder dovette premettendo le più solenni proteste a favore del Pontificio Governo, e dopo aver fatto appello ai Capi delle Milizie Pontificie, i quali convennero che una efficace opposizione, come esso Preside richiedeva, non poteva per più riflessi attuarsi.
Partito il Preside, e con Esso le autorità subalterne tanto civili che Militari non che la Truppa, i nominati componenti la Giunta di Governo inalberata la tricolore bandiera e cancellata quindi l’Arma del Pontefice emisero un proclama ove credettero esporre i motivi del loro operato, si dichiararono rettori della cosa pubblica, e conclusero infine coll’evitare il concorso di tutti i cittadini.
Nel giorno 17 con apposita stampa annunciarono gli stessi governati che uno dei membri, Nicola Danzetta, si assentava per servizio pubblico, e che tutti i decreti emanabili sarebbero stati validi anche senza la firma del medesimo.
Nello stesso giorno 17, firmando i soli Guardabassi, Faina-Baldini e Berardi, pubblicarono un decreto col quale si ordinava che tutti i possessori di fucili in istato servibile ne dessero l’assegna nell’Ufficio di Polizia non più tardi delle due pomeridiane del seguente giorno.
Nel giorno 19 infine annunciarono al pubblico l’istituzione di un comitato militare nelle persone di Antonio Cesarei, Filippo Tantini e Carlo Bruschi, il quale comitato doveva provvedere alla organizzazione di una milizia volontaria per la sicurezza e difesa della città. E poiché mancavano le Armi da fuoco, così dalla vicina Toscana fece la Giunta del provvisorio Governo venire in Perugia quattrocento fucili che vi giunsero la sera dello stesso giorno 19.
Intanto che la ripetuta giunta così agiva e dalle pubbliche casse prendeva danaro per far fronte alle spese del momento, il Governo Pontificio disponeva che il 1° Reggimento Estero al servizio della S. Sede comandato dal Sigi [Signor] Colonnello Comme Schimd, con una sezione di artiglieria marciasse sollecitamente alla volta di Perugia e riunendosi a Foligno alla Gendarmeria ed ai Finanzieri che là avevano preso stanza dopo l’evacuazione da quella Città, vi ripristinasse l’ordine Governativo.
I consigli e le persuasive non valsero a distogliere chi allora governava Perugia dalla resistenza che avevano deciso di opporre alla sopraveniente soldatesca e fatte alla meglio poche opere di difesa, e disposti gli uomini sulle mura specialmente del Frontone e Monastero dei Cassinesi, in quella parte cioè ove certo vedevasi l’attacco, sostennero nel giorno 20 per qualche ora un’accanito (sic) combattimento che riuscì dannoso e micidiale da ambe le parti. Finalmente scalate i soldati le mura, atterrati i ripari, s’impossessarono della Città che proseguendo nella resistenza non andò quindi esente da ben deplorabili avvenimenti. Abbattuta per tal modo la bandiera della rivoluzione, fu ad essa risostituita l’arma del Pontefice ed il Governo legittimo tornò a riprendere il potere.
Considerando che gli estremi della Rivoluzione si verificarono tutti nell’azione di cui si è tenuta parola essendo rimasto in atti pienamente stabilita che i componenti il provvisorio Governo, ossia quelli che si eressero a capi della rivoluzione erano sudditi Pontifici perché nati e domiciliati in Perugia, Città soggetta ai Domini della Chiesa, e che con adunamento di uomini ed armi abbatterono il Pontificio Regime, distruggendo così la costituita forma di Governo, e cogli uomini e colle armi si opposero alle Truppe che dal sovrano Pontefice furono a Perugia spedite per ripristinarvi il governo legittimo.
Considerando che la specifica colpabilità dei nostri nominati Francesco Guardabassi, Zeffirino Faina-Baldini, Nicola Danzetta e Tiberio Berardi è evidentemente coartata per gli atti formali cui essi dettero luogo pubblicando proclami, emettendo decreti, inviando circolari eccitanti ad emanciparsi dal Pontificio Governo, adunando uomini ed armi, nominando un comitato di difesa, ed ordinando l’armata resistenza alle soldatesche del Sovrano Pontefice.
Considerando che sebbene il Bruschi non facesse apparentemente parte di coloro che si eressero a Giunta di Governo Provvisorio, e dei quali si è ora parlato, pure v’ha in atti la prova che concorresse coi medesimi ad ingiungere al Preside Aplico [Apostolico] di deporre il potere, che esercitasse le funzioni ed agisse come Comandante Provvisorio le Truppe e la Piazza sino al punto di pubblicare un ordine del giorno concernente le promozioni di quei militari che dimentichi del giuramento di fedeltà alla S. Sede prestato passarono a servire la bandiera della rivoluzione, eccitandoli alla persistenza colle speranze di gloria, che solo si occupò dell’arruolamento volontario e dell’organizzazione così dell’urbana milizia dispensando ad essa le armi, che fu infine Segretario del comitato di difesa pubblica, agendo ed operando a tutt’uomo per sostenere la rivoluzione.
Considerando che se venne pubblicata la nomina di un comitato di difesa nelle persone degli indicati Antonio Cesarei e Filippo Tantini, e questi ne assunsero l’incarico insieme al Bruschi, gli atti che presentarono a carico di questi una vera spontaneità ed una realtà di azioni, per quelli, che non risulta dessero alcun’opera all’organizzazione dei volontari ed all’arruolamento dei medesimi, non dettero che una notificazione da essi firmata concernente il divieto della sortita dei notabili della Città senza permesso della locale Polizia, la presentazione di ambedue nelle camere abbaziali dei BB. Monaci Cassinesi invitando quell’abate a permettere che nel monastero si erigessero opere di difesa, mostrando però al medesimo un’ordine (sic) relativo firmato dai componenti il Provvisorio Governo meno Danzetta.
Considerando che l’accesso nel monastero è coartato in quanto al Cesarei da un solo Testimonio, e dubbio rimane in quanto al Tantini perché chi unicamente ne depone dichiara di non averlo conosciuto, e di averlo appreso per altrui referto.
Considerando che né a carico del Cesarei, né a carico del Tantini emergono prove che valgono a farli conoscere autori ed attori pregiudizievoli in quella circostanza; che anzi non v’ha chi deponga aver veduto il Tantini nei frangenti della rivoluzione, e tutti convengono che nessuno dei due si trovasse allo scoppiare della medesima, escludendo così a loro danno ogni machinazione (sic) ed ogni intervento a quelli atti che precederono ed accompagnarono la rivoluzione stessa.
Considerando che seppure v’è chi deponga che il Cesarei dopo nominato membro del comitato di difesa cingesse la spada, neppure uno v’ha che attesti di averlo veduto procedere ad alcuna di quelle azioni che necessarie si rendevano all’esercizio delle assunte funzioni come avvenne del Bruschi, ed anzi col deposto d’imparziali persone si stabilì che mentre erano già incominciati e fervevan l’attacco e la difesa presso il Frontone, esso Cesarei con un contegno messo e sofferente inoperoso se ne stava in vicinanza al Palazzo Delegatizio nell’interno della Città.
Considerando che per tutte le suespresse circostanze v’è luogo a ritenere che tanto il Cesarei che il Tantini non si unissero spontaneamente alla rivoluzione accettando però di far parte ed anzi comporre il comitato di difesa pubblica spiegando una maggiore ed una minore attività respettivamente, quantunque, come si è già detto, non ne risultasse pregiudizievole.
Considerando che non poche sono le deposizioni le quali testimoniando dell’indole mostrata dal prevenuto Nicola Danzetta nel giorno che precedette la ribellione ed in quello in cui seguì, lo dimostrano pure spontaneamente postosi far parte nella ribellione stessa perché nel giorno innanzi si espresse che avrebbe fatto di tutto onde la rivoluzione non fosse accaduta ritenendo una pazzia il ribellarsi al proprio sovrano, sentimento del quale fecero convincere il non aver interloquito mai allorché s’intimo al Preside Apostolico di cedere il potere, la esibizione spontanea di garantire nella partenza il Preside stesso conforme avvenne, il dispiacere dimostrato nell’agire come taluno dichiara di aver veduto ed altri risaputo.
Considerando che tranne il Faina, Cesarei e Tantini, a carico degli altri emergono precedenti inquisizioni e cattive note politiche, per le quali nessuno di essi fu mai condannato.
Visti gli arti[articoli] = 84, 85 ed 86 del Regol. [Regolamento] Pen. [Penale] Come [Comune], cioè art. [articolo] 84 “sono puniti colla morte di esemplarità coloro che promuovono o sostengono la sedizione ed insurrezione contro il Sovrano e il Governo con arruolamento di uomini, raccolta d’armi e munizioni,divulgazioni di stampe e scritti eccitanti alla ribellione” = 85 = “il condannato per i delitti contemplati nel precedente articolo perde ogni diritto alla porzione disponibile del suo patrimonio all’epoca del commesso delitto, la quale porzione rimarrà di ragione e a disposizione del Governo a riparazione di qualunque danno” = 86 = “a coloro che furono sedotti ad unirsi alla cospirazione o sedizione si diminuisce la pena di due ed anche di tre gradi secondo le rispettive circostanze attenuanti”
Visto e ritenuto tutto quello che è a vedersi ed a ritenersi
Il Consiglio di Guerra
Invocato il SSmo [Santissimo] Nome di Dio
Ad unanimità di voti ha dichiarato e dichiara constare tanto in genere che in specie del titolo di Lesa maestà per sedizione promossa, avvenuta e consumata, e della reità in essa di Francesco Guardabassi, Zeffirino Faina-Baldini, Tiberio Berardi e Carlo Bruschi, ed all’appoggio dei citati art.i [articoli] 84 e 85 li ha condannati e condanna alla morte di esemplarità oltre alla rifazione in solidum di tutti i danni e spese verso chiunque di ragione. A pluralità di voti poi, avendo uno solo dei Siggi [Signori] Giudici opinato per la pena capitale ha respettivamente condannato a seconda delle maggiori e minori circostanze attenuanti, ritenendoli come sedotti ad unirsi alla cospirazione, ed all’appoggio, perciò del citato arto [articolo] 86, Nicola Danzetta a quindici anni di galera, il Cesarei a dieci anni, ed il Tantini a cinque anni della stessa pena.
E così ha giudicato e giudica per la verità, giustizia ed altrui esempio

Firmati =
Jeannerat Magge [Maggiore] Capitani:
De Lavallaz
C. Leoni
Balsegia
G. Pifferi
Stoeklin

Così è = E. Giarè
Per copia conforme all’originale

Oggi Sette Decembre 1859
Sottoscritto Cursore presso il Tribunale Civile di Perugia ha lasciato la presente copia di Sentenza nel domicilio del Sig.r Zeffirino Faina-Baldini consegnandola in mani del domestico
Tancredi Bartoccini

Nota: una copia dell’atto, con alcune varianti, è conservata presso l’Archivio di Stato di Perugia con segnatura Archivio Storico del Comune di Perugia, Amministrativo 1817-1859, b. 38, fasc. 7 cc. 137r-142r

Bibliografia: A. Montesperelli, Perugia nel Risorgimento 1830-1860, Perugia, Simonelli, 1959;
B. Raschi, Movimento politico della città di Perugia dal 1846 al 1860. Cioè dalla esaltazione di Pio IX all’annessione al Regno di Vittorio Emanuele II, Foligno, Tip. Già Cooperativa, 1904, p. 104.

R. Abbondanza (a cura di), Umbria, in Gli archivi dei governi provvisori e straordinari. Inventario 1859-1861, III, Toscana, Umbria, Marche, Roma, s.n., 1962 (Pubblicazioni degli Archivi di Stato, 47), pp. 329-415.

V. Angeletti (a cura di), L’Umbria e il Risorgimento. Rassegna bibliografica, Perugia, Deputazione di storia patria per l’Umbria, 2011.

F. Bozzi e R. Ranieri (a cura di), Il XX giugno perugino nel Risorgimento nazionale, s. l., s. n., 2011.

G. D’Elia (a cura di), Le raccolte documentarie «Museo Storico del Risorgimento Umbro» e «RIS». 1831 – 1911. Inventario, Perugia, Soprintendenza Archivistica per l’Umbria, 2012.

R. De Cesare, Il conclave di Leone XIII con aggiunte e nuovi documenti e futuro conclave, 3. ed., Città di Castello, Lapi tipografo editore, 1888.

G. Degli Azzi, L’insurrezione e le stragi di Perugia del giugno 1859, Stab. Tip. V. Bartelli & c., 1909.

G. Degli Azzi, Per la liberazione di Perugia e dell’Umbria, Perugia, Vincenzo Bartelli, 1910.

A. Montesperelli, Perugia nel Risorgimento. 1830-1860, Perugia, Simonelli, 1959.

L. Radi, 20 giugno 1859. L’insurrezione e il sacrificio di PERUGIA nelle vicende diplomatico-militari del Risorgimento, Assisi, Cittadella editrice, 1998.

B. Raschi, Movimento politico della città di Perugia dal 1846 al 1860. Cioè dalla esaltazione di Pio IX all’annessione al Regno di Vittorio Emanuele II, Foligno, Tip. Già Cooperativa, 1904.

R. Ugolini, Il cinquantanove perugino, in R. Rossi (a cura di), Perugia. Storia illustrata delle città dell’Umbria, 2. v., Milano, Sellino, 1993, I, pp. 625-640.