Mutazioni territoriali (1860-1928)

La Provincia dell’Umbria (1860-1927)

Nel settembre 1860, a seguito dell’occupazione dell’Umbria da parte dell’esercito piemontese, lo stato sardo diede subito vita ad un governo provvisorio per amministrare le ex province pontificie e guidarle verso l’annessione al Regno d’Italia. A dirigere questa fase di transizione fu inviato, in qualità di Commissario straordinario, il marchese Gioacchino Napoleone Pepoli che, oltre a smantellare le vecchie strutture del governo pontificio, con decreto emanato il 15 dicembre 1860 costituì, non senza opposizioni e resistenze, la Provincia dell’Umbria.

Variazioni territoriali durante il fascismo (1921-1928)

Durante il regime fascista si effettuò un significativo riordino delle autonomie locali al fine di ovviare al problema di capillare controllo del territorio da parte delle autorità centrali. Per quanto riguarda l’Umbria, nel 1923 venne stabilita l’aggregazione di Rieti al Lazio e nel 1927 fu decretata l’istituzione della provincia di Terni. Questa determinazione fu il frutto di un lungo processo iniziato nei primi anni ’20 del Novecento che si lega in particolare al dibattito sulla creazione di una nuova provincia con Terni capoluogo.