Le lotte contadine e operaie di quegli anni furono un chiaro ed evidente sintomo della crisi e giocarono allo stesso tempo un ruolo fondamentale nella definizione del processo di «unificazione» della regione. Nel 1959 si ebbe una ripresa dell’attività sindacale: lo sciopero generale del 21 ottobre indetto da Cgil, Cisl e Uil sul complesso dei problemi regionali ottenne vasto successo sia tra operai e contadini che tra i ceti medi e portò ad una accelerazione delle convergenze unitarie. Si aprì così una nuova fase che mise in discussione tutti gli equilibri politici che si erano creati nel corso degli anni ‘50, maturò così la necessità di una elaborazione programmatica e politica e l’idea del Piano di sviluppo si fece sempre più concreta.
Nel febbraio del 1960 la «questione umbra» venne posta per la prima volta al centro del dibattito di una seduta del Parlamento italiano; al termine di quella seduta venne approvato un documento che impegnava il governo ad avviare una politica organica di sviluppo della regione e affrontare i punti cruciali della crisi umbra. L’8 settembre di quello stesso anno su iniziativa di varie forze politiche venne istituito il «Centro regionale per il Piano di sviluppo economico dell’Umbria» con lo scopo di promuovere in modo unitario, indagini e studi sulla situazione economica e sociale dell’Umbria e di riflettere sulle sue possibilità di sviluppo. Il «Centro» elaborò fra il 1960 e il 1963 un sistema di interventi, sulla base di zone omogenee, che diede vita per la prima volta a livello nazionale ad una proposta complessiva di Piano regionale di sviluppo.
Il dibattito sul Piano si aprì a seguito della sua presentazione e consegna all’allora ministro del Bilancio on. Ugo La Malfa nel gennaio 1963. A questa fase parteciparono tutte le forze locali umbre (consigli provinciali di Perugia e Terni, consigli comunali della regione, le Giunte delle Camere di commercio di Perugia e Terni, i partiti, le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria,altri organismi locali, gli uffici periferici dello Stato, gli Istituti bancari e molti imprenditori). Dal confronto emerse, pur nella diversità di opinioni, una larga convergenza su una valutazione sostanzialmente positiva delle linee generali del Piano, dei suoi obiettivi e degli interventi in esso previsti, posizione contraria fu espressa solo dalle Associazioni umbre degli agricoltori, dal Partito liberale (Pli) e dal Movimento sociale (Msi). In altri documenti presentati erano contenute valutazioni critiche a proposito degli interventi in alcuni settori, mentre il giudizio generale non fu negativo.
Il documento approvato nel 1964, a conclusione del dibattito, rispetto alla prima stesura ne confermava l’impostazione generale, sviluppando però alcuni chiarimenti rispetto ai fini e agli obiettivi del Piano e accogliendo alcune osservazioni e proposte emerse dal confronto tra diversi soggetti istituzionali, parti sociali e associazioni. La successiva modificazione del ciclo politico e degli assetti politico-sociali fece però sfumare ogni possibilità di attuazione del Piano elaborato, mancavano sia gli strumenti che le risorse finanziare per dare avvio a quel processo di riforma necessario per lo sviluppo della regione.
Questa esperienza di programmazione ha rappresentato una sorta di laboratorio democratico per le varie forze politiche che si trovarono per la prima volta ad affrontare in maniera sistematica il tema dello sviluppo regionale. La necessità di uscire dalla condizione non solo di marginalità e isolamento, ma di profonda depressione economico-sociale si manifestò nell’elaborazione di un progetto politico innovativo che consentì alla regione di confrontarsi con le questioni più complesse dello sviluppo nazionale.
Ente di conservazione: Camera di Commercio di Perugia
Collocazione: B 521
Data: 1961
Ente di conservazione: Agenzia Umbria Ricerche; Camera di Commercio di Perugia
Collocazione: B.II.4.33 (AUR); B 519 (Camera di Commercio di Perugia)
Data: 196?
Ente di conservazione: Agenzia Umbria Ricerche; Camera di Commercio di Perugia
Collocazione: B.II.4.34 (AUR); B 513 (Camera di Commercio di Perugia)
Data: 1962?
Ente di conservazione: Camera di Commercio di Perugia
Collocazione: Misc V A – 27
Data: 1961?
Ente di conservazione: Camera di Commercio di Perugia
Collocazione: Misc III A – 63
Data: 1962?
Atti del II convegno degli operatori economici umbri (Terni, 9 novembre 1957), Terni, s. n., 1958?
C. Carnieri, Regionalismo senza regione. Considerazione sull’Umbria negli anni Cinquanta e Sessanta, Perugia, Protagon, 1992.
Cinquant’anni di ricerche per la programmazione economica, sociale e territoriale in Umbria. Repertorio delle ricerche e indici dei periodici, Perugia, Aur, 2007.
Il Convegno economico regionale, «Cronache umbre», 2, 4-6 (1959), pp. 83-92.
P. De Angelis, L’isola senza mare. Storia del piano di sviluppo economico dell’Umbria (1960-1970), Arrone, Thyrus, 2012.
Discussione sulla situazione della regione umbra alla Camera dei deputati 11-12-13-16-17 febbraio 1960, Terni, s. n., 1961?
E. Mantovani, L’Umbria e la programmazione regionale (un’ipotesi interpretativa per gli storici), in R. Covino e G. Gallo (a cura di), Storia d’Italia. Le regioni dall’Unità ad oggi. L’Umbria, Torino, Einaudi, 1989, pp. 792-822.
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