Relazione esposta dal municipio di Rieti sulla necessità di ricostituire l’ex provincia di Rieti con una circoscrizione territoriale designata nella istanza al Ministero il 15 aprile 1861 sotto la denominazione di Provincia Sabina
In vista e considerazione di tutto il narrato tenendo conto del comodo e vantaggio che acquisterebbero i tre Circondari di Rieti, Terni, e Città Ducale, della remozione di serio inconveniente, che paesi del Circondario di Rieti siano divisi per 150 Chilometri dal Capo-luogo di Provincia, seguendo la massima moralissima che debba farsi tutto ciò che ad altri giova ed a se stesso non nuoce, la maggioranza della Deputazione Provinciale non esita punto ad emettere il suo parere cioè, che l’onorevolissimo Consiglio accogliendo benignamente la istanza, esprima un voto di approvazione sulla progettata ed implorata nuova circoscrizione territoriale della Provincia Sabina: riservandosi la minoranza dissenziente di mettere in contradittorio le proprie deduzioni al Consiglio.
Il Relatore
Firmato – P. Battaglia
CONSIGLIO PROVINCIALE DELL’UMBRIA
Sessione ordinaria del mese di settembre 1862
Seconda convocazione
Verbale della decima Seduta tenuta nel giorno di Sabato 13 Settembre 1862
Ricostituzione dell’ex Provincia di Rieti
Il Sig. Conte Cav. Pietro Battaglia a nome della Deputazione Provinciale riferisce sulla domanda del Municipio di Rieti per ottenere la ricostituzione di quella antica Provincia sotto il nome di Provincia Saina, comprendendo in Essa i Circondarï di Città Ducale e di Terni, e ciò a norma di quanto venne già rappresentato al Ministero dell’Interno con apposita memoria.
Le conclusioni del Rapporto della Deputazione Provinciale (Allegato N. 71) sono favorevoli alla richiesta.
Il Sig. Conte Vincentini da quindi lettura di un suo scritto ne’ termini seguenti.
» Dalla relazione della onorevole Deputazione Provinciale, e molto più dalle osservazioni trasmesse in addizzione all’atto consigliare del Municipio di Rieti dai Sigg. componento la Giunta del medesimo, credo che le SS. LL. onorevolissime sieno state abbastanza aggiornate dei motivi per i quali quel Capo luogo di Circondario siasi indotto a reclamare presso il Parlamento Nazionale la sua ricostituzione in Provincia con l’aggregazione dei due Circondarï di Terni e Città Ducale.
» Or dunque senza riepilogarne tutte le ragioni, mi farò soltanto lecito svolgere brevemente la giustizia delle medesime affinché da esse penetrati possano emettere quel voto che dai Reatini si desidera, voto libero bensì ma spoglio di ogni prevenzione come forse potrebbe emergere per la non bastante conoscenza delle cose.
» Il Regio Commissario Pepoli nel firmare il Decreti con cui la Sabina veniva aggregata all’Umbria già era penetrato delle ragioni stesse delle quali ora avete appreso l’importanza, e se per fini politici fu allora costretto ad operare la fusione delle due Provincie, pur nondimeno era convinto della necessità che la Sabina un giorno si fosse disgiunta dall’Umbria, come abbastanza lo accennano le parole testali del Decreto medesimo ». considerando che se la Provincia di Rieti possa avere interesse ad appartenere ad altre circoscrizioni amministrative non è dato oggi provvedervi.
» Da queste parole adunque chiaramente si conosce che quell’uomo di Stato accennava ad un futuro organamento amministrativo della Provincia suddetta.
» E di fatto, oltre a tanti altri motivi chi potrà niegarmi essere l’attuale distanza tra il Capo luogo Perugia, e Rieti di grandissima difficoltà per l’amministrazione? Se poi vogliamo guardare non solo il Capo del Circondario, ma i vari Mandamenti Sabini, l’intralcio non viene solo alla amministrazione, ma ne risentono eziandio gravissimo danno il ramo di Sicurezza pubblica ed il ramo Militare.
» In quanto all’amministrazione dirò che per mezzo del Telegrafo potrà in parte sopperirsi per le cose più urgenti meramente governative, ma quando si pensi al ramo giudiziario ed amministrativo per ciò che riguarda ai particolari, per cui gli abitanti della estrema Sabina devono impiegare quattro giorni di viaggio, e quei di Rieti tre onde recarsi in Perugia sia per accedere al Tribunale di appello sia al Tribunale militare, non che per affari amministrativi, come potrà non confessarsi esser questo un gravissimo danno per l’economia domestica delle famiglie, nonché un sensibile incomodo personale, e di tale incomodo ne fa abbastanza fede anche questo nostro consesso il quale al primo appello non ha mai interamente risposto, e ciò in causa del lungo viaggio a cui molti devono soggiacere, e che ad altri è scusa per non intervenire?
» In quanto poi ai rami Militari e di Sicurezza pubblica farò osservare come giunti gli ordini in Rieti questi non possono essere subito trasmessi i tutti i Mandamenti per mancanza di linee telegrafiche; e così ritardo di ordini e di viveri alla truppa, e ritardo di disposizioni ai varï Delegati per arresti di reazionarï e di disertori, qual ritardo non sarebbe tanto sensibile se gli ordini venissero direttamente dal Ministero a Rieti Capo luogo di Provincia.
» Se poi oltre alla verità di quanto ho esposto, si voglia riflettere come in nessuna delle antiche Provincie, che delle nuove ammesse al Regno Italiano, si verifichi si enorme distanza tra un Circondario e il Capo-luogo, benchè munite di strade ferrate e di altre ottime vie Provinciali, è certo allora che tanto più ragionevole dovrà sembrare la richiesta dei Reatini.
» Tuttociò per quanto può riferirsi agli incomodi, agli inconvenienti ed alla economia danneggiata dell’ex-Provincia.
» I vantaggi poi che tanto Essa quanto i Circondarï da aggregarsi risentirebbero dalla nuova sistemazione territoriale, sono stati abbastanza dimostrati nei schiaramenti de’ quali si è fatta lettura, e solo ripeterò essere dessi immensi e reciprocamente utili tanto sotto l’aspetto geografico che Commerciale di leggersi le SS. LL. avranno potuto conoscere.
» Or dunque per ottenere un favorevole suffragio non rimarrebbe a superare che quella naturale ripugnanza, che oggi risente ogni libero Italiano alla sola idea di divisione. Ed in fatti mi si dirà mentre tutti gridano unità, mettere in campo progetti di separazione? Ciò non potrà mai accadere.
» Sarebbe pur bella ed applicabile questa Teoria se tutto il nostro Regno potesse esser costituito in una sola Provincia: ma dovendo questo pur troppo esser ripartito in tanti Centri per l’andamento dell’Amministrazione e per il comodo della Industria e del Commercio, è necessario che tale ripartizione sia la più esatta ed organica che sia possibile, onde la machina sociale cammini quanto meglio si può, ed appunto vi sia quella giusta distribuzione che stà nel Corpo umano in cui vediamo che quando le Membra stanno tutte al posto il corpo camina speditamente sotto la direzione della testa, ma se troviamo gamba più lunga ed un braccio più corto non vedremo più che eseguisca esattamente le proprie funzioni per quanto la Testa voglia dirigerlo.
» Or dunque non mi resta che pregare le SS. LL. onorevolissime a voler far propria per un momento la dimanda dei Reatini, ed abbandonando ogni idea di Municipalismo, a bilanciare l’attuale con la nuova posizione di quelli abitanti, e son certo che saranno per emettere un voto favorevole ne punto dissimile da quello che in questa medesima sessione si ebbe Città di Castello.
» Farò poi riflettere come quand’anche Rieti torni ad essere Provincia separata dall’Umbria sarà sempre on Essa unita per principï, per simpatie e per necessità di Commercio, e rammenterà sempre con compiacenza come Umbri e Sabini anche nello scorso anno accorsero insieme armati sull’Appennino a reprimere la invasione Borbonico-Clericale; ed infine dirò che rimarrà sempre d’interesse comune, quale si è il Monumento dell’Immortale Cavour, eretto dalle Provincie riunite, ed all’ombra del quale l’unione non potrà mai venir meno.»
Finita la lettura il Sig. Cav. Guardabassi presenta la seguente mozione.
» Si propone l’aggiornamento fino alla prossima soluzione della questione romana.»
Dopo ciò il Consigliere Sig. Antonini dice poche parole per pregare il Consiglio a volere emettere con tutta freddezza il suo voto.
Domanda la parola il Sig. Garofoli, e dice doversi esaminar la domanda di Rieti sotto duplice aspetto cioè, rapporto al Circondario di Terni, e rapporto alla Provincia esistente dell’Umbri. Egli assevera che per affetto trovasi collegato a Rieti come a Perugia, e sotto la dolce aspiraione della simpatia non saprebbe ne sceverarsi da Perugia, come non saprebbe respingere la dimanda di Rieti. Però, il Garofoli dice, come il Commissario generale quando riconobbe che Rieti doveva appartenere ad altra Provincia, notò quasi tacitamente che la Sabina non poteva trasformarsi in Umbria perchè non bastano gli effetti, ma occorre la ragione topografica storica tradizionale ed utilitaria a stringere in legame le diverse famiglie Provinciali.
Or bene se Rieti ha tutte le sue bune ragioni a costituirsi in Provincia come centro della Sabina, come è che Rieti vorrà togliere all’Umbria Terni e trasformarlo in Sabina, e così mentre reclama i suoi diritti, invade quelli che dovrebbe in altri riconoscere e rispettare per quel principio stesso che propugna il suo? Rimpetto al Circondario di Terni vi sono, dice, ragioni di varia indole che non permettono per fermo l’aggregazione agognata da Rieti, ma egli si passerà di accennarli poiché crede debba rimandarsi tale discussione quando sarà il parlamento a Roma. E dice a Roma perchè allorquando saremo là, potremo sapere come ci troveremo? E l’Umbria resterà siccome è? E intanto le strade ferrate che si lavorano, astringeranno le cose a modificarsi, vedremo gl’interessi i bisogni, le aspirazioni diversamente atteggiarsi, quindi disopportuno sarebbe oggi il nostro decidere: opportuna e ben chiarita sarà invece la posizione nostra in tal proposito quando la questione di Roma sarà risoluta. Conclude finalmente il Garofoli, per far ragione alla istanza della Sabina di Rieti, ma non per lo stralcio dell’Umbro circondario di Terni dall’Umbria, e fuori dalle ragioni topografiche, contro le storiche glorie e tradizioni, e contro l’utile suo costringerlo capricciosamente a farsi Sabino.
Dopo il Sig. Garofoli sorge il Sig. Martinelli e dice che
Rieti certo merita molto, e che la Giunta Municipale di quella Città non ha fatto che porsi all’altezza delle sue tradizioni istoriche allorchè ha elaborato quel progetto bellissimo del quale fu data lettura. I paesi che dovrebbero concorrere a formare la nuova Provincia son tutti al di qua delle Provincie che tutt’ora giacciono sotto il Governo Papale. Perciò, egli crede, che possa benissimo il Consiglio emettere il suo voto sotto questo rapporto ed anche favorevole: ma, prosegue il Sig. Martinelli, è però vero che i Municipï dei Circondarï di Terni e Città Ducale sono concordi di volgere le spalle agli attuali loro Capo-luoghi per rendere così attuabili le aspirazioni Reatine? Se quanto qui hanno esposto i Consiglieri di Terni è , come dobbiamo credere, l’espressione dei loro mandanti, dovrebbe ritenersi che gli interessi, e le simpatie li chiamassero assai più a restar Umbri, come lo sono da secoli, che divenir Sabini. Non recherebbegli meraviglia se press’a poco l’altrettanto si verificasse per varï Municipï del Circondario di Città Ducale, Sabini d’origine anch’Essi, ma Aprutini da secoli, e taluni situati a gran distanza da Rieti, come la Matrice, Accumuli, Civita Reale, ed altri che sono presso le scaturigini del Tronto e del Velino.
Egli è per queste ultime considerazioni soltanto che il Sig. Martinelli opina molto prematuro il tempo per pronunciare un parere che basi sul solido.
All’ultima parte del discorso del Sig. Martinelli risponde il Sig. Antonini che i paesi della Provincia di Aquila hanno espresso già il loro desiderio di far parte della nuova Provincia Sabina, ed hanno perfino mandato un loro Rappresentante a Torino per questo effetto.
Dopo di alcune parole del Sig. Consigliere Conte di Campello il Sig. Presidente annunzia che oltre alla proposta Guardabassi è stata presentata una mozione del Consigliere Sig. Conte Vincentini così concepita:
» Il Consiglio Provinciale, tenendo a calcolo le ragioni adottate dal Municipio di Rieti perciò che riguarda la ricostituzione dell’antica Provincia Sabina, escluso il Circondario di Terni, che intende ritenere come parte integrante dell’Umbria, si riserva di emettere il voto definitivo allorchè si avrà Roma per Capitale del Regno, e passa all’ordine del giorno».
Dopo lunga discussione, avendo il Signor Cav. Guardabassi ritirata la sua proposta, si mette ai voti quella del Consigliere Vincentini che è approvata all’unanimità.